L’ambientalismo dei valori

Competenza, Passione e un cuore che batte a Destra.

L’ambientalismo dei valori

TROPPE VOLTE siamo investiti da parole d’ordine, slogan semplicistici, del tipo “i rifiuti sono una risorsa”, “riciclare conviene” o “l’economia circolare porta lavoro”. C’è un fondo di verità, naturalmente, ma l’ambientalismo non può fondare la sua narrazione e la sua spinta ideale su motivazioni esclusivamente economiche.
Questo approccio fa commettere un doppio errore: il primo è di farsi dettare l’agenda dal “libero mercato” (quindi da chi dirige l’economia mondiale) che ci dirà quale è l’ambientalismo conveniente (per lui) e quale no. Il secondo consiste nel basare unicamente sulla convenienza una politica dai profondi risvolti etici. Se, ad esempio, crollasse il prezzo di alcune materie prime, come è già accaduto in passato, seguendo quel principio non dovremmo più trattare e riciclare rifiuti, in quanto l’”economia circolare“ non avrebbe più una convenienza economica.

Un’autentica transizione ecologica si dovrà basare su valori condivisi, sul bene comune e non sul semplice conto dei profitti e delle perdite.
La schiavitù fu abolita perché ritenuta una condotta ignominiosa, non perché i lavoratori liberi costavano di meno. Lo Stato deve perseguire i delinquenti non per risparmiare sulle polizze assicurative, ma perché uno dei suoi doveri è proteggere i cittadini.
Chiaramente la strada non è quella di imporre una sorta di pauperismo penitenziale, una decrescita infelice, attuabile solo con uno Stato di polizia mondiale dall’esito infausto per tutti, a cominciare delle popolazioni del Terzo Mondo.
Ma dobbiamo respingere il mito del consumo compulsivo, creando un rinnovato patto sociale e un nuovo stile di vita, consapevoli della responsabilità di essere custodi della Terra, non sfruttatori di risorse che non sono affatto illimitate. Vivere per Essere, ritrovando un rapporto vitale con la Natura, non per Avere, da ingordi e da irresponsabili.
Occorre saper guardare al passato per trovare le risposte del futuro, ad esempio riscoprendo la PIETAS romana. La Pietas non è l’equivalente del moderno concetto di “pietà”. La Pietas era l’atteggiamento romano del rispetto dovuto agli Dei, alla patria, ai genitori, ai parenti, a chi dipende da noi.
Una nuova PIETAS di protezione e di rispetto etico per il proprio territorio, un’empatia tra uomo, natura, creato, che porta ad un modello esistenziale frugale, sobrio, più parsimonioso e non iperconsumistico.
La battaglia ecologica potrà essere vinta solo se, mossi da una spinta interiore morale e non da una convenienza da partita doppia o da supermercato, sapremo custodire e trasmettere l’ambiente alle future generazioni, senza più tradire, saccheggiare e distruggere la natura per calcoli economici di breve periodo. Altrimenti “consapevole” e “responsabile” saranno solo affermazioni prive di contenuto.
L’Ecologia non potrà mai essere l’etica del mercante e di chi lo pone sull’altare delle divinità.