Letta, l’eretico di Siena

Competenza, Passione e un cuore che batte a Destra.

Letta, l’eretico di Siena

Di solito non mi soffermo su questioni interne ad altri partiti, ma la corsa di Letta a Siena non può non farmi riflettere. Su dove stia andando la politica, su come valori come il rispetto e la convinzione in ciò che si faccia e chi si rappresenti stia divenendo elemento sempre raro. Soprattutto a certi livelli. Lo abbiamo visto “in grande” con i continui avvicinamenti del M5S a partiti con cui sostenevano mai avrebbero avuto a che fare (Mai con il partito di Biabbiano; Mai con la Lega…), con Renzi, che sposta il baricentro e la seggiola dove convenga, con un po’ tutta la sinistra e non solo…

Ora la scelta di un segretario di partito che con scuse spacciate per azioni di marketing, si candida sfoggiando un proprio simbolo. Così leggo:

Siamo in un collegio uninominale e cerco il più largo consenso possibile perché si tratta di un tentativo di iniziare un percorso per il futuro, di coalizione“.

Quindi teme il simbolo del partito che rappresenta lo penalizzi? Di avere lui i consensi, ma non il PD? In entrambe le ipotesi, l’azione non sembrerebbe mostrare pensiero positivo verso i “suoi” che, nella più leggera interpretazione, parrebbero persone che lui stesso ritenga  non essere stimate o stimabili dagli elettori di sinistra.

Ed ancora:

Questo è un collegio dove devo vincere e sono convinto che il risultato ci sarà“.

“Devo vincere”… per cui non posso permettermi di rimanere legato all’immagine di una compagine perdente (?)

Quello che ho sempre pensato è che nel leader di un partito si debba trovare un esempio. Che si possa avere, in taluni casi, visione differente, ma la stima non manchi mai e lui rappresenti coerenza e senso di appartenenza. Il simbolo, d’altro canto, è espressione di un’idea concreta, di una linea sposata per scelta consapevole e condivisa e che debba essere abbandonata solo quando – per un qualsiasi motivo – non rispecchi più il partito stesso.

Fratelli d’Italia per me è una chiosa al mio “cuore che batte a destra”, a quello in cui mi specchio, al mio modo di vivere e vedere la politica. Mai mi sognerei di correre senza avere un simbolo cui sento e dico di appartenere. Se quel giorno arrivasse, se ancora scendessi in campo, sarebbe di certo una scelta accompagnata da un messaggio chiaro di distacco motivato. Fortunatamente, mai potrà accadere perché  FdI si basa non solo su di una leader forte, decisa e preparata, ma anche sulla coerenza…