Amati vicini: quando le porte rimanevano aperte

Competenza, Passione e un cuore che batte a Destra.

Amati vicini: quando le porte rimanevano aperte

Genova, anziano morto in casa da una settimana: i vicini sigillano la porta con lo scotch per non sentirne la puzza

“Non chiudere la porta che arriva la figlia della Betty”

“Non darai mica i giri ché deve venire Luca”

“Ciao, sono io” mentre la soglia si era già varcata e la casa del vicino era pronta ad accoglierti in qualunque momento.

Ricordo quando le porte rimanevano aperte, quando si contava sul vicino della casa o dell’appartamento vicino, ci si incontrava per caso e si finiva a fare a gara per decidere in quale cucina fare due chiacchiere al profumo di caffè… Ed il via vai di bambini che nemmeno si annunciavano, lanciandosi alla caccia dell’amichetto per giocare, fare i compiti, raggiungere il gruppo nel cortile “Ciao ma’ vado con Marco sotto”. E le mamme serene perché tutte “davano un occhio a tutti”: sì li ho visti passare, ho preparato la merenda per tutti; Sara? È con la Giulia. Ed il passaparola, gli occhi attenti di tutti, tutelavano i ragazzi e tranquillizzavano i genitori. Si poteva contare sui vicini.

Oggi, nei condomini, capita di essere inseriti in chat per lo scambio di info e di scoprire le brutture della natura umana: un condomino chiede l’uso di una cantina dismessa appartenente al palazzo anche versando una piccola quota e si scatena l’inferno: “E figuriamoci, chissà poi come la lascia!”; “Paga come quelli che son rimasti indietro con l’amministrazione?” (DA notare, oltre ad essere un diritto essendo di proprietà comune, il riferimento essere ad un vicino che ha perso il lavoro!!!), vocali con voci alterate e grida scomposte e un mite tentativo: “scusatemi se mi permetto, ma un po’ di solidarietà tra vicini?” Apriti cielo! “Non mi permetterei MAI di chiedere una cosa del genere, è una vergogna”… e uno pensa: immagina avesse chiesto un po’ di sale o zucchero!

Tutto questo per dire che leggendo questo articolo, pur con i brividi nella schiena, non mi sono meravigliato più di tanto. Magari lo scotch senza nemmeno provare a bussare esaspera il concetto già assurdo del fatto non si faccia caso un vicino per una settimana non si sia incrociato. D’altra parte non ci si conosce quasi e si evitano contatti…

La vicenda è vergognosa, quasi blasfema e lascia sconcerto rispetto ad una società sempre più nascosta dietro tastiere e vittima di se stessa, del proprio oblio emotivo, della rarefazione dei rapporti…

Medito e non trovo via di uscita. Ma mi consolo, solo indignato, arrabbiato, stupefatto: ho ancora un po’ di coscienza…