Greenpass: il coraggio di dire NO…

Competenza, Passione e un cuore che batte a Destra.

Greenpass: il coraggio di dire NO…

… anche di fronte ad evidenti strumentalizzazioni dell’opinione in realtà legittima e ben esposta. Anche di fronte all’allineamento conveniente di molti, tutti, i partiti e rappresentanti.

L’antefatto

Ieri Fratelli d’Italia ha cercato di far valere la propria voce, protestando pacificamente seppur convintamente: i deputati sono scesi al centro dell’emiciclo ed hanno mostrato cartelli con scritto “No green pass”. Fabio Rampelli – presidente di turno della Camera – ha però deciso di interrompere per qualche minuto i lavori. 

Durante l’esame della questione pregiudiziale, presentata dal partito di Giorgia Meloni, sul decreto legge anti Covid del Governo le voci si sono alzate. Il decreto contiene le norme che introducono il green pass e la revisione dei parametri regionali per la classificazione delle zone considerate a rischio. Francesco Lollobrigida, capogruppo FdI, aveva chiesto il voto segreto. L’Aula ha però respinto la richiesta sulla base del “principio di prevalenza”: secondo la presidenza la possibilità di questo voto sussiste unicamente se il provvedimento governativo riguarda in “modo prevalente” il tema delle libertà personali. I deputati hanno respinto la questione pregiudiziale di FdI con 288 voto contrari, a fronte di 51 voti favorevoli. Un solo astenuto registrato.

Voci ingenue

M5S e Forza Italia hanno difeso l’introduzione del green pass asserendo nel decreto non venga “stabilito alcun obbligo vaccinale e non ci sono limitazioni delle libertà personali. Al contrario, è uno strumento per circolare liberamente e in sicurezza. Sapere che in un locale, in una palestra, in una piscina, accedono solo persone vaccinate, guarite dalla malattia o con un tampone negativo, non può che tranquillizzare il cittadino che vuole usufruire di quel servizio e chi in quell’esercizio opera”. Così Andrea Mandelli, FI, cui fa da coro il deputato pentastellato Antonio Federico: “Il Green Pass non è un meccanismo surrettizio per introdurre l’obbligo vaccinale ma uno strumento che, al contrario, garantirà ai cittadini maggiore spazi di libertà”

C’è da chiedersi se il desiderio di restare dove sono non condizioni i ragionamenti dei deputati. E’ palese i due partiti siano in netta discesa ed è lecito interpretare queste affermazioni al limite dell’ingenuità, ponderate e condizionate dalla sola possibilità di restare in Parlamento. 

Peraltro, vista la solerzia con cui si spendono parole per vaccinazioni altrui, mi chiedo come sia possibile non diano l’esempio: volete il green pass per i cittadini, perché possano avere una vita libera da limitazioni? Date dunque l’esempio: Green Pass obbligatorio per entrare in Parlamento… sembrerebbe logico. Il Governo dia l’esempio… Eppure così non è visto quanto affermato nei giorni scorsi anche da esponenti di questi stessi partiti succitati, a cominciare da Fico…

Dunque, ingenuità ed ipocrisia. La prima consapevole, la seconda “naturale”.

In conclusione

Ora, sia chiaro, non sono assolutamente novax. Personalmente, per mia libera scelta, mi sono sottoposto alle 2 inoculazioni. Detesto però le etichette e gli schieramenti venutisi a creare con queste forme di obbligo trasversale. Non avendo il coraggio di varare una legge emergenziale che obblighi a vaccinarsi, si trovano escamotage per fare lo stesso, illudendo di salvaguardare il libero arbitrio. Salvo poi accusare chi scelga di aspettare o non vaccinarsi, di voler morire o provocare la morte altrui, di essere un potenziale costo per la sanità (ma non varrebbe anche per fumatori – 80mila morti l’anno – bevitori, obesi…) e giungere al tentativo di ghettizzazione: no green pass? no  party. Ma nessuno vuole andare a feste o rischiare di essere contagiato… vogliamo rispettare le regole di buona convivenza, anche per senso civico oltre che attenzione alla salute propria, utilizzando la mascherina, mantenendo il distanziamento quando d’uopo, facendo attenzione ai contatti…

Il problema di fondo nasce proprio dal Governo. In particolare dalla comunicazione spesso tardiva, molte volte imprecisa, talvolta fallace. La “buccia di banana” su cui i “nostri rappresentanti” sono scivolati a giugno, dichiarando la possibilità di vaccinazione eterologa, ritrattata subito dopo un mese (mentre alcuni vi si sono sottoposti), ne è solo un esempio. C’è un CTS, c’è un uomo preposto a rappresentare lo Stato e… mille informazioni contrastanti. Ed allora perché, invece di usare minacce ed obblighi – alla fine le cose vanno chiamate con il proprio nome, anche quando nascoste da strategie nemmeno troppo poco identificabili – non promuovere un’informazione lineare, basata su studi che vengano riportati in modo semplice e prima di parlare si stia ben attenti alle proprie affermazioni, per non trovarsi sempre a cambiare opinione creando ancora scetticismo?  Testate ed esperti di ogni natura non potrebbero così continuare a dare opinioni contrastanti, ma dovrebbero argomentare su solide basi…